Thursday, February 01, 2007

Torsioni




“La verità è che il modo scientifico di guardare un fatto non è il modo di guardarlo come un miracolo."

L.Wittgenstein





Sono nei portici, con la sporta della spesa nella destra, un fastidio. E c’è un Gennaio invadente, volgare, che ti costringe a un discorso freddo, a un riparo. Le traettorie del chiunque sono un gioco destra o sinistra, uno sputo quello sguardo da trenta centimetri, che prima di asciugarsi aumenta il freddo. Ma questa è l’ora in cui la mia giornata forma un semipiano. Tra le sei e le sette è la paralisi che attendo. Oggi, alla sprovvista, mi coglie in strada. Esco dai portici, a cinquanta metri da casa, sono le gambe il primo segnale dell’evento. Come acqua calda, che si apra dall’interno, sale alla testa. La testa cade, si appoggia sui pochi muscoli dorsali. Ed è come si spezzasse dal collo, come si aprisse dal collo un occhio polifemico, largo, una sinestesia, in cui la vista si mischia all’aria, più spazio. La lacrima è una contrazione della metamorfosi, il suono che avverte che ora il cielo cade nel collo. Gli occhi normali si vergognano. Un po’ di sangue, prima che cicatrizzi sporca la nuova retina-trachea, nutre un immagine di cielo, la realizza.

(Questo scrivevo lo scorso Gennaio...)

7 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Mi accascio un istante, schiena al termosifone – ma spento, che questo inverno non fa scattare le fiammelle – e mi dico Ah, Marco, ho voglia di leggere. Miracolose le parole che ci fanno fermare a raccontare e poi a leggere. Una sporta della spesa e quei segni agli interni delle dita, a fermare il sangue, a fare rotaie per il trasporto merci. Poi una a. nei tuoi commenti e penso Potrei essere io. Ma no.
Tutti dovremmo scrivere più spesso. Tu continua. Incredibilmente indispensabile l'importanza delle parole.
un abbraccio
alice

3:57 PM  
Blogger Alessandra said...

Sono contenta di essere capitata così per caso sul tuo blog...mentre ero alla ricerca di Sanguineti. E' davvero bello il modo in cui tu riesci a fare affiorare dall'acqua le parole...

Alessandra

(lanfrattodellaparola.blogspot.com) Lì potrai trovare le mie parole emerse.

6:55 PM  
Blogger stisaia said...

Grazie Alice, e grazie anche Alessandra - che non conosco - e grazie anche ad A. - che non conosco, e mi stranisce un po' questo enigmatico affollarsi di "A"...per quanto coincida in un certo senso con il periodo che sto attraversando, che mi riporta a zero, a ripartire.

7:15 PM  
Anonymous Anonymous said...

A,
sostantivo maschile.
Prima lettera delle vocali, e pressoché d'ogni Alfabeto.
A
per io, noi e voi.
A cred, a carden, a cardì.
A
pronunciato con alquanto di forza, e con un piccolo alzamento di spalle, o torcimento di testa, vale Atto disprezzativo, o di disapprovazione,
e corrisponde a No, Oibò e simili.

(da un Dizionario di Dialetto Romagnolo dell'Ottocento, mi pare una poesia già questo. Te lo regalo per il cominciamento, per il tuo strano alfabeto delle A. alice)

5:30 PM  
Anonymous Anonymous said...

ma pensa...anche il periodo che sto passando io è un'altra partenza... quanta fatica e quanto dolore, quanti dubbi e paure... ma poi, quando riesci di nuovo a capirci qualcosa di quello che il destino ti mette sul piatto... che bello! la vita ha ancora e di nuovo il profumo delle cose nuove... A.

6:45 PM  
Blogger alex said...

;-) mancava giusto una "A". Quella di a-mico. Un A-bbraccio.

1:24 AM  
Blogger greta said...

molto bello questo pezzo. pieno, fisico, presente, materico. mi ha evocato cose che mal sopporto, certe immagini rare a torino di freddo e di fretta, certe ossa di ghiaccio che mi trovo spesso, certi gennaio rigidi testardi e astiosi.

1:52 PM  

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